Domenica 28 settembre si è svolta la gara sociale di trail sulle montagne tra la provincia di Varese e il confine svizzero. Una gara che da programma doveva, ci torno alla fine sul verbo al passato, essere di 16 km con un dislivello positivo di 920 metri a cui partecipano 13 atleti dell’Atletica Lambro.

La giornata si presenta bella ma fresca con un pallido sole che inizia a far capolino da alcune nuvolette innocue e, quindi, dopo aver ritirato i pettorali, ci prepariamo alla gara tra risate e sfottò tipici di quando ci si presenta in gruppo.
Passate le 9 si parte e dopo un breve tratto in discesa e lungo le strade del paese si arriva al primo imbocco del sentiero con le persone in coda, almeno per me che arrivo un po’ nelle retrovie, per iniziare uno dei primi tratti in salita con già una bella rampetta ma niente confronto a quello che ci sarebbe aspettato dopo.
La corsa prosegue in leggera salita fino a raggiungere dopo i 5 km la sommità del Monte Orsa e poi fare la parte delle trincee della Linea Cadorna, costruite durante la prima guerra mondiale. Il passaggio in alcuni rifugi o casermette ha richiesto l’utilizzo della torcia frontale o di quella del cellulare perché il buio la faceva da padrone e il rischio di cadere, scivolare per via del fango o picchiare la testa era alto. Sicuramente un passaggio spettacolare lungo i camminamenti che collegavano le varie postazioni della trincea accompagnati anche da orchestranti, con tromba, violino e arpa, situati in punti differenti.

Passate altre trincee, tra terrapieni e scale in discesa, ci siamo diretti quella che sulla carta era la parte più impegnativa denominata, anche sulla cartografia della montagna, “1000 scalini”. Mentre la corsa di chi faceva i 10 km girava a destra, noi temerari della 16 km, prendiamo la sinistra per trovarci una salita infinita fatta di scaloni irregolari di pietra con il vecchio reticolato di confine sulla destra. Mentre salivi ansimando guardavi in sue e vedevi, a distanza di decine di metri, altri concorrenti che di fronte avevano altri concorrenti. Dopo diversi minuti si iniziava a intravvedere un pezzo di azzurro del cielo ma mancava ancora tanto. Alla fine la salita è stata di 1 km con un dislivello di 290 metri e Komoot indica alcuni punti con pendenza oltre il 40% (42 in un punto).
Il panorama in cima al monte Pravello era bellissimo e spaziava, grazie alla giornata limpida, su gran parte del Lago di Lugano. Da qui iniziava una parte in discesa davvero pericolosa e non corribile a cui seguiva però una bella parte nel bosco anche se il sentiero era diventato un ruscello dovuto alle pioggie dei giorni precedenti.
Quando assaporavo già la delizia della birra all’arrivo ho avuto la sorpresa che c’era un’altra salita dove ho iniziato ad accusare crampi al quadricipite, e non ero l’unico, forzandomi a camminare e sciogliere i muscoli sono arrivato all’ultima discesa bruttina e piena di sassi mentre la musica dell’arrivo era sempre più vicina. Ultima rampetta, foto del presidente e discesina al traguardo.
Alla fine i km sono risultati 17,2 con un dislivello di 1100 metri per fortuna si poteva ritirare una birra fresca alla spina, farsi una doccia e poi recarsi al ristorante che avevamo prenotato dove, quando ci siamo radunati tutti è stato un bel momento di festa e condivisione tra chiacchiere, racconti e impressioni.
Nei 19 trail che ho fatto questo è risultato forse uno dei più impegnativi quasi come i 26 del Tracciolino, con i gradoni a tornanti che portano in Val Codera, ma ne è valsa la pena sia per i panorami che per la compagnia.
